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ON Ago 27, 2017 |La Libia che destabilizza L’Europa...
Lettera aperta al Ministro dell’Interno Marco Minniti Gentile Ministro, Avrei voluto condividere con lei alcune mie personali considerazioni faccia a faccia durante un incontro informale fra di noi e che riguardano quello che sta succedendo in Libia da anni e quello che lei sta provando a fare per contrastare il traffico di esseri umani e il terrorismo di matrice Jihadista. Ci eravamo ripromessi di farlo quando ci siamo incontrati i primi di gennaio di quest’anno al Museo del Bardo a Tunisi, ma purtroppo non c’è stato modo per rivederci e approfondire l’argomento. Discutere di queste questioni così complesse, che l’Italia sta cercando di gestire da decenni. Da qui la mia decisione, in quanto cittadino italiano di origini tunisine e giornalista che ha girato abbastanza da quelle parti, di affidare al web quello che mi sarebbe piaciuto dirle di persona. Comincerei col dire, se me lo posso permettere intanto che lei...

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ON Mag 25, 2014 |A scuola dei Generali...
L’anno 2014, per chi lo avesse dimenticato, doveva essere l’anno delle elezioni presidenziali in Tunisia. E non parliamo di quelle che doveva indire l’Assemblea Costituente dopo aver preso in mano le redini del paese all’indomani della rivoluzione del gelsomino. Quelle sono ancora in alto mare. Ci riferiamo invece alla farsa elettorale che si doveva tenere nel 2014 per regalare un sesto mandato consecutivo al generale Zine El-Abidine Ben Alì. Un appuntamento mancato per l’ex Presidente tunisino, costretto il 14 gennaio 2011 ad eleggere domicilio in Arabia Saudita, dopo che il popolo si era ribellato contro di lui e la sua famiglia. Secondo una tradizione molto radicata nei paesi arabo-musulmani, quando in una famiglia, nasce un figlio maschio si dice che il padre si guadagna l’immortalità. Sì, perché tramandando il proprio nome, di generazione in generazione, vive per sempre. Provare a declinare questo concetto oggi, sulla concitato e confusa vita...

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ON Mag 23, 2014 |Siria, il puzzle dei Jihadisti...
Un amico siriano, che vive in esilio in Austria da decenni, mi ha chiamato di recente per chiedermi di aiutarlo a diffondere un messaggio importante nei paesi del Maghreb e in particolar modo, in Tunisia. L’amico, che qui chiameremo Abdallah, è originario della città di Deir-Ezzour, nel nord-est della Siria ed è in stretto contatto con gli ufficiali dell’esercito libero siriano e con i gruppi armati dell’opposizione presenti in quella provincia. Un video pubblicato in questi giorni su you tube (https://www.youtube.com/watch?v=aINk84-ozak&feature=player_embedded) mostra alcuni giovani di origini maghrebini, che combattevano al fianco dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, mentre venivano catturati poi giustiziati dai ribelli di Sharquiya, nella provincia est di Deir Ezzour. L’appello di Abdallah è quello di lanciare una campagna di sensibilizzazione in Tunisia, Algeria, Marocco e Libia per fermare il flusso dei Jihadisti maghrebini alla volta della Siria. La pubblicazione del video sui social network ha...

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ON Mag 21, 2014 |Libia, piccoli Gheddafi crescono...
Archiviata l’era del Colonnello, a suon di bombardamenti degli aerei della Nato, sembra che si stia profilando in Libia un’era nuova, guidata questa volta da un Generale. Si tratta di Khalifa Haftar, l’uomo, che alcuni osservatori occidentali cominciano già a paragonare ad Al-Sisi, fautore del golpe del 3 luglio dell’anno scorso in Egitto, e che una parte della popolazione libica definisce come un militare fallito. Haftar aveva già perso la guerra tra Libia e Chad negli anni 80, quando era comandante nell’esercito libico di Gheddafi, ma ora vuole vincere questa sua nuova battaglia. Tant’è, che anche se è un generale in congedo, l’uomo continua ad indossare la divisa militare. Per fare cosa ? liberare, a suo dire, il paese dai terroristi. E quando i media occidentali parlano di lui, mettono in evidenza che ha vissuto per 20 anni in esilio negli Stati Uniti, e che abitava, insieme alla sua...

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ON Mag 19, 2014 |Egitto, Sisi yes, Morsi no...
L’ultima volta che sono stato in Egitto era nel giugno del 2012 durante il ballottaggio alle prime elezioni presidenziali, dopo la rivoluzione del 25 gennaio. Vinse allora il candidato dei fratelli musulmani Mohamed Morsi con il 51%. Ricordo di aver detto in uno dei miei tanti collegamenti dalla capitale egiziana che la gente aveva votato contro il candidato Ahmed Shafiq, ultimo premier dell’era Mubarak, e non a favore di Morsi. Un anno dopo il suo insediamento, il primo Presidente eletto democraticamente fu destituito dal suo ministro della difesa Abdelfattah Al-Sisi. A meno di due anni da quella tornata elettorale, il popolo egiziano si sta preparando per tornare alle urne il 26 e il 27 maggio per eleggere un nuovo Capo dello Stato. Sul campo ci sono solo due contendenti: Abdelfattah Al-Sisi, l’uomo forte dell’esercito ed ex capo dei servizi militari durante il regno di Mubarak, e Hamdine Sabbahi esponente...

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ON Mag 14, 2014 |Sguardo italiano e identità dell’altro...
Quando una persona lascia il proprio paese per andare a vivere altrove si ritrova inevitabilmente a confronto con una realtà che non somiglia a quella che lascia alle sue spalle e costretto ad imparare altre lingue, altri linguaggi, altri codici. Appena l’emigrante varca la soglia d’ingresso del paese ospitante e veste l’abito dell’immigrato diventa subito l’oggetto di vari interrogativi da parte dei suoi acquisiti concittadini; e il principale soggetto di una nuova, lenta e progressiva trasformazione caratteriale nell’arduo tentativo di poter aderire in pieno alla nuova società che lo ha accolto. Come un accusato in un’aula di tribunale l’immigrato subisce i più disparati tipi di domande; e come una spugna comincia ad assorbire, consciamente o inconsciamente gli usi, le abitudini, e i modi di espressione di chi lo circonda nel suo nuovo universo. Nell’introduzione al suo saggio « identités meurtrieres » uscito in Francia nel 1998 presso la casa editrice Editions...

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ON Mag 10, 2014 |Siria, Il cimitero dei giornalisti...
Aprile 2012 Il Presidente siriano Bashar Al Assad sembra aver imparato parecchio dalle così dette rivoluzioni della primavera araba, scoppiate in Tunisia, Egitto, Libia e Yemen. Dopo la fuga dell’ex Presidente tunisino Ben Alì e le dimissioni del Faraone d’Egitto Hosni Mubarak il regime siriano ha capito, che per poter rimanere in sella, bisognava impedire ai media di raccontare quello che accade realmente all’interno del paese. La massiccia militarizzazione dell’intero paese per soffocare alla nascita le prime manifestazioni di protesta a Deraa, nel sud del paese, doveva rimanere un affare interno. Nessuna telecamera straniera poteva accedere in Siria per riprendere i bombardamenti, i raid aerei e gli arresti di massa da parte delle forze di sicurezza, impegnate a far tacere le contestazioni di un popolo che ha deciso di ribellarsi, sceso in piazza per rivendicare il suo diritto alla libertà e alla dignità. Per mesi la crisi siriana è...
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Prev NextEgitto, La Costituzione di Naser
Piazza Tahrir, Febbraio 2011. La nave Egitto dell’era dopo Mubarak ha appena preso il largo e i vari comandanti che stanno al suo timone stentano a trovare la giusta direzione per portarla in salvo. Dopo aver deciso di azzerare la costituzione e sciogliere il parlamento, il Consiglio Supremo delle forze armate cambia idea e annuncia la costituzione di un nuovo comitato per le riforme costituzionali preseduto da El-Beshri e composto da 8 giuristi, il cui compito sarà quello di modificare nel giro di dieci giorni alcuni articoli della vecchia costituzione. Lo tsunami che ha colpito prima la Tunisia e poi l’Egitto sembra aver scosso, oltre ai vecchi schemi politici dei regimi arabi e musulmani anche il tessuto economico...

Cairo, Dopo la vittoria un senso di smarrimento...
Piazza Tahrir, Febbraio 2011 La tensione sale a Piazza Tahrir, non più a causa del presidio dei ragazzi della rivoluzione del 25 gennaio ma per via dei continui cortei di poliziotti, impiegati, sindacalisti e semplici cittadini che hanno eletto la piazza come luogo di contestazione per le loro rivendicazioni personali. Ora che il processo di democratizzazione si è messo in moto si manifesta per chiedere una ridistribuzione equa delle ricchezze del paese. Il numero di agenti della polizia militare è stato aumentato nella piazza per garantire una circolazione fluida del traffico e per cercare di tenere sotto controllo le varie agitazioni che si stanno organizzando ogni giorno. Il Consiglio Supremo delle forze armate nel suo comunicato n° 5...

Cairo, Il popolo ha destituito il Faraone...
Piazza Tahrir, Febbraio 2011 Tre giorni dopo la liberazione del palazzo presidenziale egiziano dal suo occupante i ragazzi della rivoluzione del 25 gennaio hanno liberato anche piazza della liberazione (Tahrir), simbolo della loro protesta. Una marcia milionaria partita dal centro del Cairo verso Mesr el-Ghedida ha obbligato il faraone d’Egitto a fare un passo indietro e annunciare le sue dimissioni per bocca del suo vice Omar Suleiman l’undici febbraio alle 17 ora italiana , in un discorso televisivo durato 28 secondi. Dopo trent’anni di regno, Mubarak si è finalmente arreso alla volontà del popolo. Il tempo di una marcia pacifica lunga 12 chilometri circa all’andata e altrettanti al ritorno. Alcuni manifestanti non hanno fatto in tempo a fermarsi...

Cairo, La battaglia dei cammelli
Piazza Tahrir, Febbraio 2011. Dopo una settimana di permanenza al Cairo nel pieno mezzo dell’intifada popolare egiziana le mie abitudini e il mio modo di muovermi cominciano a cambiare. Ogni giorno bisogna fare i conti con esigenze diverse, tutto dipende da quello che succede realmente in Piazza Tahrir, dalle trattative in corso tra il governo egiziano e i rappresentanti dell’opposizione, e infine l’umore di una maggioranza di egiziani che osserva con preoccupazione e con una certa distanza l’evolversi degli eventi. Dopo essere stato cacciato dall’albergo dove alloggiavo a Mesr El-Ghadida per aver osato parlare con i giornalisti e gli stranieri che sono stati arrestati per ore tra mercoledì 2 e giovedì 3 febbraio, maltrattati da parte delle autorità...

Cairo, il venerdì dell’alluvione...
Piazza Tahrir, Febbraio 2011. Dopo diversi giorni trascorsi ad entrare e uscire da piazza Tahrir, e a girare nei quartieri circostanti, ritrovarmi oggi alle 7 del mattino in un ufficio, nella sede rai del Cairo per esigenze di lavoro mi rende un po’ nervoso. Passare tre o quattro ore chiuso dentro un edificio quando la piazza è in uno stato di subbuglio continuo può essere molto frustrante per un inviato. Ma bisogna convivere anche con questo tipo di situazione. Siamo alla vigilia del ” venerdi dell’alluvione”, il giorno in cui si chiariranno le intenzioni del regime e si saprà quale direzione prenderà la rivoluzione del popolo egiziano. Prima di uscire dall’albergo mi sono guardato nello specchio. Ho visto un...

Cairo, Una rivolta senza Leader
Piazza Tahrir, Febbraio 2011 Martedì 8 febbraio è un giorno diverso dai giorni precedenti a piazza Tahrir. Il numero delle tende è aumentato notevolmente, un chiaro segno che il sit-in durerà ancora per molto. E’ anche il giorno che ha registrato forse il numero più alto di presenze in mezzo alla piazza. Dopo essere stato più volte qui posso dire che anche le facce di chi si unisce ai manifestanti sono cambiate. Si vedono oramai imprenditori per la prima volta, tutti in giacca e cravatta. Esponenti della società civile, medici, avvocati e artisti. La gente che dorme nella piazza dal 25 gennaio scorso, li guarda come se fossero appena giunti da un altro pianeta. C’è anche chi se la...

Cairo, Ritratti della Piazza
Piazza Tahrir, Febbraio 2011 Nour Nada è un professore universitario di economia all’accademia Sadat per gli studi amministrativi. L’ho incontrato nel cuore di piazza Tahrir, vicino alle tende dove dormono, quando cala il buio, i contestatori di Mubarak . Il dottor Nada, è ben vestito ed è profumato contrariamente alla maggior parte delle persone che presidiano la piazza. E’ un dirigente del Partito “Karama” non ancora legalmente riconosciuto. E’ venuto qui per fare il suo comizio tra la folla. Vuole le dimissioni del Rais. Usa come esempio gli studenti per spiegare meglio il suo punto di vista: quando uno studente non supera un esame per diversi anni cosa facciamo? Si domanda. Lo lasciamo proseguire oppure lo mandiamo via dall’università?...
